Un passato medievale tutto da scoprire che affiora dal cantiere della Soprintendenza di Venezia, chiamato a restaurare i masegni, le pietre di trachite di cui è fatta la pavimentazione di piazza San Marco, dopo le devastazioni dovute all’azione corrosiva dell’acqua alta.
Gli scavi si sono poi allargati fino a raggiungere la zona delle Procuratie Vecchie, le sedi ufficiali dei Procuratori di San Marco ai tempi della Serenissima, e a occupare dunque il centro della piazza stessa.
Durante questi scavi sono state scoperte delle murature e vari livelli di pavimentazione, alcuni dei quali risalenti all’Alto Medioevo, quindi prima dell’anno 1000 e che coprivano piazza San Marco prima della pavimentazione che conosciamo oggi.
Sotto ai masegni è stata trovata una prima pavimentazione in mattoni lunghi e stretti disposti a lisca di pesce – altinelle – e a una più bassa una pavimentazione identica, ma più antica.
Dalla terra scura e bagnata, gli archeologi, guidati dalla responsabile dei lavori Sara Bini, hanno estratto il cranio di un bambino vissuto con tutta probabilità nell’alto Medioevo.
Accanto ci sono tre scheletri che vengono ad aggiungersi a quelli recuperati proprio di fronte alle Procuratie Vecchie: raccontano una storia finora sconosciuta dalla Serenissima, ovvero quella che ruota intorno alla chiesa di San Gemignano, la chiesa dei Dogi, poi demolita e ricostruita sul lato orientale della piazza e infine rasa al suolo nell’ultima versione del Sansovino da Napoleone, che si trovava proprio nel punto dei ritrovamenti.
La chiesa infatti esisteva molto prima che venisse costruita la Basilica dedicata a San Marco e prima che la piazza assumesse la conformazione attuale.
È importante non solo perché potrebbe essere una delle più antiche di Venezia, ma anche perché era una chiesa a cui i Dogi dei primi secoli della Repubblica di Venezia erano molto devoti, tant’è che l’edificio è anche conosciuto come Chiesa dei Dogi.
Nel corso del tempo, nonostante i cambiamenti urbanistici che hanno interessato la piazza, la chiesa di San Geminiano venne via via spostata, ma la sua collocazione originaria al centro dell’attuale piazza San Marco non era mai stata individuata. Se le ipotesi fatte dopo gli ultimi scavi fossero confermate, i resti emersi apparterrebbero dunque a questo primo nucleo della chiesa.
Infatti, dopo la sua prima costruzione nel XII secolo, la struttura venne spostata all’estremità della piazza con la facciata rivolta alla Basilica di San Marco, e poi ancora ricostruita poco lontano nella seconda metà del XVI secolo grazie a Jacopo Sansovino, il massimo architetto della Repubblica di Venezia dal 1529.
Quest’ultima costruzione, che congiungeva le Procuratie Vecchie e Nuove, venne demolita nel 1807 da Napoleone, che diede forma alla piazza come la conosciamo oggi. Dell’architettura sansoviniana resta solo una lapide davanti all’entrata del Museo Correr, posizionata nel XX secolo per ricordarla.
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