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Spagna e Argentina sul tetto del mondo all’insegna del cambiamento: è cominciata l’era del dopo Messi

Gli ultimi tornei hanno messo in chiaro chi sono le squadre più forti del mondo che si contenderanno i prossimi mondiali.

Il calcio internazionale ha incoronato i suoi re. L’Argentina si conferma sul tetto del Sud America, aggiungendo la Copa America al titolo di campione del mondo in carica, mentre la Spagna ribadisce la propria egemonia europea conquistando l’Europeo dopo il trionfo in Nations League dello scorso anno.

Argentina campione (Facebook) (Italialaica.it)

Due vittorie che vanno ben oltre il semplice risultato sportivo, rappresentando piuttosto un simbolico passaggio di consegne tra la vecchia guardia e una nuova generazione di fenomeni.

Chi sono i giocatori che hanno fatto la differenza?

Entrambi i tornei, infatti, sono stati caratterizzati dall’esplosione di nuovi talenti. Se la Spagna ha potuto ammirare l’irruenza di Lamine Yamal, giovanissimo talento del Barcellona, e la concretezza di Nico Williams, l’Argentina ha trovato in Lautaro Martinez e Julian Alvarez due leader offensivi capaci di non far rimpiangere l’assenza di figure storiche.

E a proposito di figure storiche, non si può non sottolineare il valore simbolico di questi trionfi. Per la Spagna, questo Europeo ha rappresentato l’ultimo ballo di Jesus Navas, ultimo reduce della generazione d’oro campione del mondo nel 2010. Per l’Argentina, invece, la Copa America appena conquistata ha segnato l’addio alla nazionale di tre colonne portanti come Di Maria, Otamendi e, soprattutto, Leo Messi.

Spagna campione (Facebook) (Italialaica.it)

Proprio l’epilogo delle due finali sembra racchiudere alla perfezione il senso di questo passaggio generazionale. Se nell’atto conclusivo dell’Europeo è stato il baby fenomeno Yamal a prendersi la scena risultando decisivo, in finale di Copa America Messi, il miglior giocatore degli ultimi vent’anni, ha dovuto assistere alla vittoria dei compagni dalla panchina a causa di un infortunio.

Le immagini di un Messi commosso, che solleva al cielo il trofeo per l’ultima volta con la maglia dell’Albiceleste, e di un Yamal incontenibile, che trascina la Spagna alla vittoria con la sfrontatezza dei suoi 16 anni, rimarranno impresse nella memoria degli appassionati. Due facce della stessa medaglia, due modi diversi di vivere un’unica, grande, emozione: quella di un’eredità raccolta e di un futuro tutto da scrivere. Il testimone è passato, la nuova era del calcio è già iniziata.

Roberto Arciola

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