Apprendo con piacere caro professore non dovrò più associare il suo nome a quell’insopportabile raccolta di paccottiglia del web che è diventato “Repubblica.it” .
Se MicroMega, NG e l’Espresso garantiscono la decenza editoriale al gruppo, Repubblica.it da tempo è diventato quasi illeggibile per chiunque abbia un poco di mente critica e non solo per l’insopportabile piaggeria nei confronti di Papa Francesco I (chissà perché tutti si dimenticano di aggiungere il numero romano “I” al Papa… forse per non ricordare che comunque trattasi di monarca assoluto? transeat).
Da qualche anno non perdo più tempo a segnalare tutte le inesattezze e a volte i veri e propri svarioni scientifici che il sito sbatte in prima pagina (memorabile quella della scoperta del color “nero assoluto” che RIFLETTE il 99,9% della luce). O tutto ciò che viene spacciato come informazione scientifica che per pietà evito di leggere (la teoria neodarwinista sarebbe crollata più o meno dieci volte negli ultimi anni secondo l’home page di repubblica.it).
Per non parlare poi dei video improponibili tenuti per mesi in home page e che fanno sembrare lo scambio delle foto dei gattini su facebook roba da fini intellettuali. Per arrivare poi ad articoli incomprensibili come quello che riguardava l’ultimo feroce litigio fra i Papi (in carica ed emerito) con tanto di rimozione di un pezzo grosso della sala stampa vaticana; in quel caso il lettore non poteva assolutamente capire cosa fosse successo in quanto era più che evidente che il giornalista non poteva/voleva parlare dell’odio ratzingeriano per la teologia di Bergoglio.
Calabresi le scrive che occorrerebbe rispettare il giornale in cui si lavora? Beh, impossibile farlo quando è proprio questo che si copre di ridicolo con il suo fondatore smentito a ripetizione dal Papa che vuol far passare a tutti i costi come un rivoluzionario.
Evidentemente le folgorazioni sulla strada di Damasco hanno fatto dimenticare ai Repubblicanti i principi voltairiani e illuministi della loro fondazione. Cosa ci vuole fare, del resto siamo in pena reazione con un revisionismo storico in cui il medioevo era il bene assoluto e la rivoluzione francese (ancor più di quella bolscevica) “il Male”. E poi si sa, la colpa dei mali del mondo oggi (disastro ambientale in primis) sono da imputare a Darwin e alla sua evoluzione che ha favorito il progresso indiscriminato (cosa che può sostenere solo un Fusaro qualunque) e non a 2000 anni di antropocentrismo che ci hanno fatto credere che potevamo fare del pianeta ciò che volevamo.
Ad ogni modo grazie per aver cercato oggi di “portar la luce (della ragione) in luoghi bui” ed in bocca al lupo, spero di rileggerla presto altrove.
Alessandro Chiometti
—
Civiltà Laica per la Laicità dello Stato e delle istituzioni, per i diritti civili
Scrittori Sopravvissuti racconti per letture non convenzionali