Non è colpa nostra, ma tocca ripeterci, portando qui e là delle variazioni sul tema. Ma la debolezza estrema dei laici in questa fase storica è davvero preoccupante. Bisogna davvero svegliarci. Da una parte, il papato di Francesco ha addormentato ogni discussione sui problemi attinenti la laicità dello Stato; dall’altra, la crisi abissale del pensiero politico e il degrado della politica politicante sembrano addirittura irreversibili. La pandemia, con tutti i problemi che si è portata appresso, ha fatto il resto.
Cominciamo da papa Francesco. Ormai deve essere chiaro a tutti qual è il ruolo storico di questo pontificato. La Chiesa di Ratzinger, collocata com’era su una posizione di cieca conservazione e chiusa a ogni spiffero di modernità, avrebbe provocato presto o tardi il collasso. Il cattolicesimo sarebbe stato disarmato di fronte alla progressiva secolarizzazione. La Chiesa italiana della stagione ruiniana aveva mostrato con chiarezza il suo volto politico reazionario e opportunisticamente berlusconiano. Il monito del cardinal Martini fu chiarissimo. Il ritardo sulla storia era assai preoccupante e la slavina della secolarizzazione si sarebbe ingigantita. Occorreva un papa rivoluzionario o furbescamente molto ipocrita. O un mistico come San Francesco o un abile ipocrita come Francesco. Il Conclave fece la sua scelta. Tutto sommato la meno pericolosa per la gerarchia consolidata. Francesco si è dimostrato di grande abilità e, come tutti i grandi conservatori, a parole ha detto molto, ha promesso molto, ha dato l’idea di voler cambiare tutto. Affinché nulla cambiasse. L’estrema destra ecclesiastica lo ha favorito impegnandosi a fondo contro di lui e quindi accreditandolo come rivoluzionario progressista. Ma solo le sue parole sono affascinanti. E quelle più risonanti riguardano la politica civile, i rapporti sociali e interpersonali, ma non toccano minimamente l’insegnamento bimillenario della Chiesa, né la teologia, né la morale, né l’organizzazione ecclesiastica, né i rapporti tra le persone. Questi ultimi anni hanno dimostrato che erano veri illusi quelli che in cuor loro speravano in una nuova Riforma, quella già è avvenuta cinquecento anni fa. Alla Chiesa romana non resta che un po’ di ammuina e molta ipocrisia. E in questo Francesco è imbattibile. Ma più trascorre il tempo e più il gioco diventa scoperto, addirittura patetico.
Leggiamo, con licenza di ridere, ciò che ha detto papa Francesco durante la catechesi sulla Lettera ai Galati dell’8 settembre 2021. Ovviamente nessuno ne ha fatto oggetto di discussione o anche solo ne ha dato notizia. “Anche oggi c’è la schiavitù. Pensiamo un poco a questo. Noi neghiamo a questa gente la dignità umana, sono schiavi. Così infine, l’uguaglianza in Cristo supera la differenza sociale tra i due sessi, stabilendo un’uguaglianza tra uomo e donna allora rivoluzionaria e che c’è bisogno di riaffermare anche oggi. C’è bisogno di riaffermarla anche oggi. Quante volte noi sentiamo espressioni che disprezzano le donne! Quante volte abbiamo sentito: ‘Ma no, non fare nulla, [sono] cose di donne’. Ma guarda che uomo e donna hanno la stessa dignità, e c’è nella storia, anche oggi, una schiavitù delle donne: le donne non hanno le stesse opportunità degli uomini. Dobbiamo leggere quello che dice Paolo: siamo uguali in Cristo Gesù. Come si può vedere, Paolo afferma la profonda unità che esiste tra tutti i battezzati, a qualsiasi condizione appartengano, siano uomini o donne, uguali, perché ciascuno di loro, in Cristo, è una creatura nuova. Ogni distinzione diventa secondaria rispetto alla dignità di essere figli di Dio, il quale con il suo amore realizza una vera e sostanziale uguaglianza. Tutti, tramite la redenzione di Cristo e il Battesimo che abbiamo ricevuto, siamo uguali: figli e figlie di Dio. Uguali”. Finito di ridere sull’organizzazione che da sempre si fonda sulla rigida discriminazione tra uomini e donne?
Ma i laici “progressisti” e papalini fanno finta che bastino le parole per operare mutamenti politici. Perché non colgono le vistose contraddizioni del papa e si fanno prendere in giro? Soltanto la rivista femminista tedesca “Emma”, che ogni anno premia l’uomo che si è distinto per atteggiamenti e dichiarazioni sessiste, ha assegnato quest’anno a Bergoglio il riconoscimento di “Sexist Man Alive”. È dunque Francesco il “Misogino dell’anno”. Certo, papa Francesco – scrive “Emma” nella motivazione del premio – “Non indossa scarpe di pelle rossa e stole ricamate in stile barocco, ma sandali e la semplice tonaca papale bianca. Rifiuta in modo plateale il fasto e cerca la vicinanza del popolo”. Ma “questo papa è […] anche il capo di un sistema di apartheid in cui le donne sono persone di serie B. Sulla base del loro sesso biologico, sono relegate al ruolo di serve dei pii padroni e a pulire i pavimenti della Chiesa. Sono escluse dall’amministrazione dei sacramenti e dall’ordinazione al sacerdozio, cioè dall’accesso autonomo a Dio, che è possibile esclusivamente attraverso i pii padroni”. Ovviamente “Emma” non dimentica come il papa abbia fatto integralmente suoi i valori “non negoziabili” dei papi precedenti.
E non abbia introdotto rilevanti novità nella non-lotta contro la pedofilia ecclesiastica. E soprattutto non sia in grado di affrontare una delle cause principali di quel tragico fenomeno, ovvero il celibato ecclesiastico. Le donne di “Emma”, che evidentemente si ritrovano all’interno della Chiesa cattolica, concludono mestamente con un “Lei ha suscitato grandi speranze di riforme e di più umanità. Ci ha ingannato”. Conclusione: “Egregio papa Francesco, alla luce di tutto questo non sarà sorpreso se diciamo che, in base alla Sua colpa, Sua colpa, Sua grandissima colpa, siamo giunte alla conclusione che quasi nessuno nel mondo cristiano ha tanta responsabilità per la miseria delle donne e dei bambini quanto Lei”. Meno male che ne hanno preso atto, perché la realtà di questo papato è ben più tragica. Non si tratta solo di una “mancata riforma”, bensì della conferma convinta del rifiuto della modernità e della conferma punto per punto della cultura “troglodita” del cattolicesimo. Noi irridiamo i terrapiattisti, ma il Vaticano è ben più arretrato degli avversari di Copernico. È della fine del 2021 la notizia che l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum dei Legionari di Cristo (congregazione – ricordiamolo – fondata da un pedofilo tanto amato da papa Wojtyla) ha inaugurato la quindicesima edizione dei corsi universitari per esorcisti (record degli iscritti, ben 137). Roba da integralisti superstiziosi e fanatici? Niente affatto: l’esistenza del demonio e della possessione è riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa apostolica romana. Papa Francesco, proprio lui che molti speravano o temevano che riuscisse a far fuoriuscire il cattolicesimo dal Medioevo, ha emesso un decreto che riconosce ufficialmente gli “esorcisti” e ha deciso che il Male non è una metafora, ma che «Il diavolo esiste e si è fatto uomo, semina l’odio nel mondo, provoca morte». Così ha vaneggiato Bergoglio in una sua omelia. La follia dei cerchiobottisti è innocua, quella del Vaticano rievoca streghe “possedute” dal Demonio e i conseguenti roghi.
Noi (*) registriamo ogni anno – e gli anni cominciano ad essere molti – la vergognosa gestione della televisione italiana in tema di discriminazione dei laici e anche delle altre confessioni religiose non cattoliche. Anche se le TV private certo non scherzano in fatto di clericalismo, la TV pubblica è totalmente supina all’egemonia del Vaticano. Ed esagera. I dati incontestabili tengono aperta una questione gravissima, perché dimostrano non solo il clericalismo ma anche il disprezzo per la professione giornalistica che dovrebbe avere come suo fondamento il rispetto di tutti. Come possiamo dire a noi stessi che viviamo in una democrazia se si fa quotidiana violenza anche sulle minoranze religiose e si compie una discriminazione sfacciata?