A parlare di sinodo aveva cominciato il papa con una prima richiesta, che risale al 2015, durante il Convegno ecclesiale di Firenze; e la seconda, ancora più esplicita, lo scorso 30 gennaio, incontrando i catechisti in Vaticano. La Chiesa italiana deve incominciare un processo di Sinodo nazionale, comunità per comunità, diocesi per diocesi. In realtà: più che un contenuto, il cammino sinodale deve configurarsi come uno stile capace di trasformare il volto della Chiesa che è in Italia.
Una prima risposta del cardinale Bassetti, all’esplicita sollecitazione del papa per l’indizione di un Sinodo della Chiesa, sembra appaia su “Avvenire” il 3 febbraio, ma si limita ancora ad un auspicio. Poi dalla presidenza della CEI è stata presentata al papa una “bozza” per dare il via al “movimento sinodale “, come ha dichiarato il cardinale Bassetti. Nel recente Consiglio permanente (22-24 marzo), il tema è stato ripreso dal cardinale Bassetti nell’Introduzione dei lavori per presentare una sorta di declinazione italiana della sinodalità. Sarà la prossima Assemblea Generale, prevista per il 24-27 maggio, a definire il cammino sinodale, le sue modalità di attuazione e i tempi di realizzazione.
La diversità fra i “numerosi” membri dell’episcopato italiano si riflette nelle difficoltà del cardinale presidente costretto a muoversi con grande prudenza. Oltre ad una difficoltà, che potremmo definire culturale (nei vescovi, nei presbiteri, come nei laici) perché legata a un modello di Chiesa gerarchizzata e piramidale, qualche preoccupazione arriva sicuramente anche dai temi in discussione al Sinodo tedesco.
Della bozza predisposta poco si sa ma è certo, come ha dichiarato Bassetti in un’intervista, che si ispira all’Evangelii Gaudium.
Più espliciti i cenni contenuti nel comunicato finale del Consiglio episcopale permanente del 22-24 marzo nel quale si parla, però, di «metodo» e di «stile» sinodale, più che di un vero e proprio Sinodo. Soprattutto che, quando sarà – se sarà – non si tratterà di un vero e proprio Sinodo, ma di un più generico «cammino sinodale», o addirittura di uno «stile sinodale», che sono poi le espressioni utilizzate da Bassetti e dalla Cei.
Fra qualche settimana, comunque, se ne dovrebbe capire di più. La «questione del cammino sinodale, delle sue modalità di attuazione e dei tempi di realizzazione» verrà infatti discussa nella prossima Assemblea generale della Cei che si svolgerà il prossimo 24-27 maggio
Nel messaggio di saluto inviato per la XVII Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica (AC) italiana, lo scorso, 25 aprile lo stesso Bassetti nel messaggio di saluto aveva detto: La vostra storica presenza nell’Italia oggi si ammanta di significati nuovi e che spero saranno sempre più fecondi anche nel prossimo futuro….. In futuro che si annuncia ricco di aspettative e di strade nuove da percorrere. Ne indico solo due: il prossimo incontro sul Mediterraneo che si svolgerà nella primavera del 2022 e l’inizio di un cammino sinodale che rappresenta un’autentica novità per la nostra Chiesa e il nostro Paese. E a proposito del Sinodo, ha precisato: Io confido molto nel vostro impegno e soprattutto sulla vostra partecipazione. Abbiamo bisogno, infatti, di ascoltare e di comprendere tutte le voci della comunità ecclesiale a partire da quelle, come l’AC, che hanno più storia alle spalle.
Lo stesso interesse per il Sinodo mostrano i gruppi di base che si sono convocati proprio per riflettere sull’ormai certa sua convocazione. Alla riunione hanno partecipato rappresentanti di Adista, Cammini di speranza, Cipax, Comunità di base, Coordinamento teologhe italiane, Donne per la Chiesa, Il foglio, La tenda di Gionata, Noi siamo Chiesa, Pax Christi, Preti operai, C3Dem, 3Voltegenitori, Viandanti. La riunione è stata divisa in 3 parti: nella prima ora 1 rappresentante per ogni sigla ha esposto in 4 minuti il punto di vista del proprio gruppo; la seconda ora è stata dedicata a interventi liberi di 3 minuti ciascuno, in cui ci si è anche espressi sulle proposte concrete emerse dalla discussione.