A proposito di chi contesta i vaccini, sgombriamo subito il campo dall’argomento per cui questi sono il risultato di complotti. Al riguardo, evidentemente, andrebbe addotta qualche prova più solida di affermazioni su Facebook: altrimenti perché non ritenere che anche la contestazione dei vaccini sia frutto, di un complotto?
L’argomento poi, che punta il dito contro le aziende farmaceutiche, può avere un profilo di plausibilità se critica in tali aziende la corsa al profitto, se punta a mutare la normativa sui brevetti, ecc. Ma qualora venga generalizzato, comporterebbe di rifiutare tutti i medicinali; con gli ovvi rischi che conseguirebbero per la propria persona e (nel caso, di malattie contagiose) per le altre persone. Proprio con riferimento alle quali merita particolare attenzione un ulteriore argomento: l’appello che chi non si vaccina fa, alla propria libertà.
Tale appello (con cui naturalmente è il caso di confrontarsi, non se proviene da chi mostra così poca cura per una generale libertà da assalire la sede della CGIL, con un’impresa di stampo fascista) può, in effetti, basarsi sul timore che il vaccino abbia conseguenze non benefiche: ma -nel peggiore, dei casi- addirittura letali. Indubbiamente un pur sparuto numero di casi letali vi è stato e proprio nei giorni scorsi ha trovato conferma la responsabilità del vaccino, nella morte di una ragazza ligure. Rischi del genere, però, vanno sì fronteggiati nella massima misura sia dalla medicina, sia dalla gestione politica della situazione sanitaria. Ma non tolgono che la storia della medicina indichi, nei vaccini, il modo di sconfiggere certe malattie. La prospettiva quindi va allargata dalla propria persona -per la quale si temono rischi, assai remoti-, all’intera società in cui si vive: ed in cui, non vaccinandosi, si rischia di trasmettere la malattia. Il mondo di chi non si vaccina ed il mondo di chi si vaccina non risultano infatti, compartimenti stagni.
Se dunque chi il vaccino lo rifiuta in nome della libertà si preoccupa di sé solamente, la critica verso tale rifiuto può in qualche modo essere vista in parallelo con un motivo di fondo, della laicità: l’assunto che a contare non sia soltanto la propria libertà, cioè quella di appartenere ad una religione, o ad un’altra, o a nessuna.
Un assunto il quale si colloca in controtendenza rispetto ai numerosi casi, nel passato come nell’attualità, in cui una religione ritiene -ed ottiene- che la libertà sia soltanto quella propria. Non meno in conflitto con la laicità, d’altra parte, risultava l’Albania allorché qualche decennio fa si dichiarava Stato ateo. Ovviamente, si potrà poi nell’ambito di un’impostazione laica discutere su quali siano i modi migliori, per realizzare un’uguaglianza fra le varie libertà; ma un punto di partenza resta individuabile proprio nell’affermazione, che non conta soltanto la libertà propria.
Mentre non è, da qui, che parte chi scende in piazza contro i vaccini.
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