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Fare il passaporto è ancora un incubo? Ecco come si è evoluta la situazione negli ultimi mesi

La crisi dei passaporti in Italia sembra essere finalmente rientrata. Ecco il punto della situazione e tutto quello che c’è da sapere a riguardo

Il 2022 e il 2023 sono stati anni a dir poco tragici in Italia per quanto riguarda il rilascio dei passaporti. Nei primi mesi del 2024, però, la situazione sembra essere notevolmente migliorata, con un aumento significativo del numero di passaporti emessi in quasi tutte le province italiane rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: complessivamente, sono stati rilasciati 301.674 passaporti, con un incremento del 38,1% rispetto all’anno precedente. Questo miglioramento era atteso da tempo, dopo i numerosi problemi riscontrati negli ultimi due anni, durante i quali centinaia di migliaia di persone in tutta Italia hanno dovuto affrontare lunghe attese per ottenere un appuntamento e, in molti casi, non sono riuscite a ottenere il documento in tempo per i loro viaggi. Vediamo più nel dettaglio la situazione.

Fine dell’emergenza per il rilascio dei passaporti? Ecco il punto della situazione

La piattaforma online per la prenotazione degli appuntamenti prioritari per i passaporti sembra aver ottenuto successo. Grazie al nuovo sistema sviluppato presso il Ministero dell’Interno, sotto la supervisione del capo della Polizia Vittorio Pisani, sembra che il problema delle lunghe attese per i passaporti sia stato risolto e che il processo stia tornando alla normalità. I dati relativi ad aprile sembrano confermare questa tendenza, soprattutto dopo l’introduzione di una corsia preferenziale per la prenotazione degli appuntamenti entro i trenta giorni successivi alla richiesta. Questa iniziativa è stata avviata il 5 marzo in dieci questure e successivamente estesa a tutte le province e ai commissariati, con la copertura totale prevista entro oggi.

Passaporto | Pixabay @fcafotodigital – Italialaica

Lo scorso anno, i tempi di attesa per ottenere un appuntamento presso le questure erano estremamente lunghi. Secondo un’inchiesta del Sole 24 Ore, a Bari e Cosenza era addirittura impossibile trovare un posto disponibile anche a distanza di mesi. A Torino, Bologna, Milano e in molte altre grandi città, bisognava aspettare almeno cinque mesi. Erano diventate comuni anche pratiche più o meno efficaci per ottenere un appuntamento, come cercare di accedere al portale Passaporto Online (gestito dalla Polizia di Stato e quindi, in ultima istanza, dal Ministero dell’Interno) esattamente a mezzanotte. Anche l’organizzazione di open day, ossia giornate in cui gli uffici erano aperti per più ore e con un maggior numero di funzionari in servizio, non risolveva il problema: si creavano lunghe code fuori dalle questure dalle prime ore del giorno, spesso accompagnate da momenti di tensione.

Secondo quanto affermato dai rappresentanti governativi e dagli ufficiali delle questure, i disagi erano il risultato del notevole aumento delle richieste verificatosi dopo le restrizioni dovute alla pandemia di Covid, sebbene siano già trascorsi quattro anni da allora. Il 31 gennaio scorso, il Ministro Piantedosi aveva risposto a un’interrogazione dichiarando che i ritardi erano causati da un “aumento esponenziale e repentino” delle richieste, provocato da diversi fattori, tra cui la fine delle restrizioni post-Covid e la Brexit.

Dalla fine dell’anno scorso, su sollecitazione di molte parti interessate, il ministero ha istituito un gruppo di lavoro per affrontare il problema. È stata introdotta la cosiddetta “agenda prioritaria online”, un sistema che consente alle persone con urgenze di ottenere un appuntamento separato dalle altre. L’urgenza deve essere giustificata il giorno dell’appuntamento mostrando biglietti aerei o documenti che dimostrino la necessità di un viaggio per studio o lavoro. Alcune questure hanno anche predisposto un modulo speciale per ottenere il documento entro 15 giorni. In molte province sono stati potenziati gli organici delle questure.

Nel frattempo, è stato avviato il progetto Polis da parte di Poste Italiane, che si occupa, tra le altre cose, della richiesta e della consegna dei passaporti presso gli uffici postali dei comuni con meno di 15.000 abitanti, senza passare per le questure. Il progetto è partito in via sperimentale in due comuni della provincia di Bologna, San Pietro in Casale e Dozza: secondo i piani del ministero, sarà gradualmente esteso a tutti gli uffici postali dei 7.000 comuni italiani con meno di 15.000 abitanti (considerando che i comuni totali in Italia sono poco più di 7.900).

L’implementazione dell’agenda prioritaria ha migliorato la gestione delle richieste di passaporto. Secondo il Sole 24 Ore, le province che hanno registrato un aumento significativo nel rilascio di passaporti nei primi quattro mesi del 2024 rispetto al 2023 sono Prato (+213%), Caserta (173%), Barletta-Andria-Trani (156%), Biella (151%). Tra i capoluoghi di regione con un aumento significativo vi sono Campobasso (120%), Trento (103%), Venezia (73,5%), Napoli (69%). Tuttavia, alcune città continuano ad avere problemi: a Perugia, il numero di passaporti è diminuito dell’11,6% rispetto al 2023, mentre a Firenze e Cagliari il calo è stato rispettivamente del -2,9% e -2,4%.

Nonostante ciò, il numero complessivo di appuntamenti è aumentato, raggiungendo i 320.000, rispetto ai 230.000 dell’anno precedente. Circa 30.000 appuntamenti sono stati gestiti tramite l’agenda prioritaria, mentre 4.500 attraverso il modulo per le emergenze. Il ministero dell’Interno stima che, mantenendo questo ritmo, verranno rilasciati 3,4 milioni di passaporti entro la fine dell’anno, il che significherebbe un aumento del 25% rispetto al 2023.

Federico Liberi

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