Cambiano le regole per le case vacanze. C’è un nuovo obbligo per tutti coloro che ne hanno una: bisogna fare molta attenzione.
L’estate ormai è alle porte, con gli esperti meteo che hanno indicato il 20 giugno come giornata in cui inizierà la stagione estiva. Intanto solo tantissimi gli italiani alla ricerca di un vacanza rilassante, dopo un lungo anno di studio o di lavoro. Ma occhio alle novità, perché sono cambiate le regole in merito alle case vacanze.
La casa vacanza è un’abitazione destinata ad essere affittata o utilizzata temporaneamente da turisti o viaggiatori, durante il loro soggiorno in una determinata località. A gestire queste case solitamente ci pensano i privati, le agenzie immobiliari o le piattaforme online specializzate in questo settore.
La casa vacanza rappresenta una valida alternativa a quelli che sono gli hotel tradizionali. Un’alternativa che permette di sperimentare un’esperienza di soggiorno più autentica, rispetto a quanto accade con le strutture ricettive tradizionali. Adesso però in Italia cambiano le regole e spunta un nuovo obbligo.
L’attività di affitto di case vacanze in Italia è regolamentata da leggi regionali e nazionali, con l’obiettivo di garantire una gestione corretta e sicura per proprietari e ospiti. La normativa, in vigore nel 2024, prevede diversi adempimenti fiscali, amministrativi e di manutenzione che devono essere rispettati per avviare e gestire questa attività in modo legale e conforme.
Per prima cosa è importante distinguere tra due approcci principali nella gestione delle case vacanze: quello imprenditoriale, che richiede l’apertura di una partita IVA e la registrazione presso il registro delle imprese, e quello non imprenditoriale, caratterizzato dalla sporadicità dell’attività e generalmente applicabile a proprietari che affittano occasionalmente. Dal punto di vista fiscale, chi intende avviare questa attività nel 2024 deve adempiere una serie di obblighi.
Tra questi troviamo: l’iscrizione al Registro delle Imprese, l’apertura di Partita IVA, la richiesta di autorizzazione al Comune di residenza tramite la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (S.C.I.A), e la registrazione presso la Camera di Commercio e il registro delle imprese. Allo stesso tempo è necessario comunicare l’inizio dell’attività al SUAP (Sportello Unico Attività Produttive) e accreditare l’immobile come struttura ricettiva presso la Questura.
È obbligatorio anche registrarsi presso la gestione commercianti Inps e effettuare la segnalazione telematica obbligatoria di Pubblica Sicurezza. Per quanto riguarda gli adempimenti fiscali è richiesta la dichiarazione dei redditi utilizzando il Modello Unico per redditi da locazione come impresa e il rilascio di regolari fatture per ogni pagamento ricevuto.
Sul versante amministrativo, la durata dell’affitto determina se è necessario stipulare un contratto e registrarlo presso l’Agenzia delle Entrate. Per soggiorni inferiori a 30 giorni, non è richiesto alcun contratto. Infine per garantire standard qualitativi adeguati, l’immobile destinato all’affitto turistico deve rispettare determinati requisiti previsti sempre per legge.
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