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Alunni non frequentanti l’IRC non possono entrare in Chiesa

A San Donà di Piave (Venezia), 5 alunni di Scuola Primaria (Elementare) sono stati trattenuti dalle insegnanti sui gradini esterni del Duomo in quanto non frequentanti l’”ora di religione”, mentre due classi con le insegnanti di “attività alternativa” entravano nel Duomo per visitare i dipinti di padre Rupinik, autore sloveno, con un obiettivo formativo valido: condurre gli alunni a una prima percezione di opere d’arte all’interno di una cattedrale, nota alle classi dalla tradizione familiare.

Il racconto dei ragazzi ha scatenato un vero putiferio contro la dirigenza scolastica da parte di qualche genitore, e ha sollecitato anche noi del Comitato Scuola e Costituzione, da tempo impegnati sul tema dell’IRC (Insegnamento della Religione Cattolica), a cercare di capire cosa abbia improvvisamente spinto alcune docenti a compiere una simile discriminazione.

Evidentemente l’ingresso al Duomo stava confermando la tradizionale ritualità, il diffuso aroma d’incenso, la penombra prodotta dalle alte vetrate arabescate, l’accesso – in definitiva – a un mondo familiare per docenti e alunni/e fedeli alla propria educazione religiosa…

MA, contemporaneamente, la chiusura di un mondo del tutto estraneo a chi mai ne avrebbe immaginato l’aspetto. Costoro erano i “non avvalenti dell’IRC”.

La scelta organizzativa su due fronti era nelle mani delle insegnanti, in presenza di un insegnamento fuori dal comune, oltre i limiti spirituali vivamente contestati nella gestione dell’Art. 7 Cost.

L’ingresso nel Duomo avrebbe comportato l’adesione alla religione cattolica dei non avvalenti?

La scelta imposta dal Nuovo Concordato (1985) aveva sancito la libera separazione IRC /non IRC in nome della libertà di coscienza, cui le insegnanti avevano certamente uniformato il proprio comportamento al Protocollo Addizionale emanato dalla Santa Sede.

Ma allora come affondare nell’aspetto più volgare dell’intera questione?

Il ricordo di ciò che stava avvenendo nelle classi all’ingresso del docente di IRC, la fuoruscita dei non avvalenti in rifugio presso i bidelli, è davvero indimenticabile… Battaglie combattute contro la discriminazione in atto durate anni…

Torniamo sull’ improvvisa decisione delle docenti di impedire ai non avvalenti di entrare nel Duomo.

Senza dubbio, la prima necessità è di tutelare la condizione di chi NON si avvale dell’IRC con una sorta di “atto di commiserazione”, secondo quanto assimilato dalle disposizioni vigenti ben impiantate sulla “separazione ” dei due insegnamenti (tenuto conto che all’atto dell’iscrizione i genitori dei non avvalenti sono osservati con una certa malcelata curiosità dal personale scolastico, mentre spesso i docenti rivolgono inopportune domande ad alunni/e sulle ragioni della propria scelta…).

La totale disinformazione di alunni/e non frequentanti la chiesa cattolica, o sedi di altre fedi religiose, incuriositi per lo più dai misteriosi portali di un Duomo, non possono che averli resi estranei a un patrimonio religioso denso di tradizioni e di festività ignorate in diversi contesti.

Sarebbe un lasciarli in un mondo “privo di spiegazioni”, in quanto non sembrerebbe il caso per insegnanti ligi alle disposizioni vigenti di affrontare l’immensa montagna di storia, di simboli, di riti, di persecuzioni, di atti di abnegazione dell’intero patrimonio cattolico…

È questo il rifiuto, da parte di un certo numero di insegnanti, di consentire ai non avvalenti l’ingresso in luogo sacro a chi a quella sacralità ha rinunciato definitivamente sulla base dei provvedimenti stabiliti.

Cosi la pensa un certo numero di insegnanti.

Ma a fronte dell’ampia, crescente, maggioranza rappresentata dallo stesso parroco di San Donà di Piave, dai docenti di attività alternativa, si è aperto un DIALOGO tra le diverse religioni, oggi sempre più fondate sullo studio di tradizioni religiose multietniche portate nel nostro paese dall’afflusso continuo di extracomunitari in fuga dalla guerra.

La barriera, rizzata dalla Legge 121/1985 istitutiva all’ art 9 del Nuovo Concordato, si è protratta per lunghi anni con 3 importanti sentenze della Corte Costituzionale, tra le quali la più nota, la 203/1989, si pronunciò sul principio di laicità e sullo “stato di non obbligo” degli studenti non avvalenti, addirittura della possibilità di non presenza a scuola dei non avvalenti durante l’ora di IRC (sent.13/1991). Recente è anche una sentenza del Consiglio di Stato sulla presenza del crocifisso nelle aule, che può esservi apposta sulla base di “accomodamenti ragionevoli”.

Si tratta di percorsi di solidarietà e civiltà, avviati da almeno oltre un decennio sulla considerazione che la strada da percorrere è oggi spianata dalle più recenti sentenze, ma soprattutto dal Dialogo cui ci siamo riferiti, che afferma la volontà spirituale oltre i simboli, la capacità di cogliere lo spirito animatore delle diverse religioni, le conoscenze storiche ragioni di fede.

Alla base di questo nostro discorso va sottolineata la libera scelta dell’IRC che ciascuno porta dentro di sé rielaborandola.

No, pensiamo che non sia proprio il caso di bambini sui gradini del Duomo, impediti da una sorta di steccati aerei cui è preclusa la conoscenza di realtà loro ignote.

Giovanni Fioravanti

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