Cerchiamo di capire quali sono le strade possibili, nel rispetto della legge, per ridurre o eliminare le tasse sugli affitti
Esiste la possibilità di abbattere considerevolmente o addirittura di eliminare le tasse sugli affitti? La domanda se la pongono in tanti, perché spesso ci si ritrova a pagare tasse di importo elevato, cosa può creare non poche difficoltà economiche.
Partendo dunque da una mera considerazione che tiene conto della varietà delle imposte legate ad un immobile, cerchiamo di capire quali sono le strade percorribili per ridurle o azzerarle, ovviamente nel pieno rispetto della Legge e delle normative vigenti.
Si va dall’Imu, l’Imposta Municipale Unica, che deve essere pagata al Comune di residenza, ci sono poi l’imposta di registro sugli acquisti, l’imposta sulle successioni e sulle donazioni e ancora l’Irpef sui redditi di fabbricati e terreni, la Tari e tanto altro ancora.
Il conto, considerato il fatto che diverse tasse vanno pagate annualmente, può risultare piuttosto salato. Tanto più se gli immobili vengono dati in locazione ad uso abitativo: in questo caso il canone percepito viene considerato parte del reddito pertanto le aliquote Irpef cresceranno e così i prelievi.
Abbattere gli importi delle tasse è possibile in base alla situazione fiscale del proprietario ma anche in base al tipo di contratto di locazione. La prima soluzione prevede di affittare, mediante contratto di comodato d’uso gratuito, a costo zero. In questo modo ad eccezione della rendita rivalutata, non andranno pagate tasse.
Altra possibilità è quella di stipulare un contratto d’affitto con parenti stretti (entro il primo grado) beneficiando di agevolazioni come la riduzione al 50% dell’Imu (a patto che vi sia la residenza anagrafica presso l’immobile oggetto di contratto). Esiste poi la cedolare secca, regime fiscale che permette di versare una percentuale fissa sul totale dei contratti di affitto, risparmiando moltissimo rispetto al regime fiscale con Irpef.
Altra strategia per risparmiare consiste nello stipulare contratti a canone concordato: una formula conveniente sia per gli inquilini che per i proprietari grazie ad una cedolare secca che scende al 10% fisso, con uno sconto sull’Imu del 25%.
Infine occorre segnalare che con il Decreto Crescita di recente introduzione, le imposte sui redditi legati a canoni di locazione che non sono stati riscossi non saranno dovute (a differenza di quanto avveniva in passato). Questo non appena verrà notificata l’intimazione di sfratto all’inquilino.
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