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Cultura

Sky: la nuova serie “M. Il figlio del secolo” su Mussolini diretta da Joe Wright

La nuova serie Sky ‘M. Il figlio del secolo’, diretta da Joe Wright, racconta la vita di Mussolini in un dramma storico imperdibile

La serie M – Il figlio del secolo, in arrivo su Sky nei primi mesi del 2025, è tratta dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega 2019, ma si discosta dal libro per approccio. Pur basandosi su fatti documentati, la serie adotta un tono grottesco e postmoderno, consapevole di essere una narrazione televisiva e giocando con questa consapevolezza.

La nuova serie Sky su Mussolini “M. Il figlio del secolo”

Il protagonista, Benito Mussolini, interpretato da Luca Marinelli, si rivolge direttamente al pubblico per tutto il corso degli otto episodi, che narrano la nascita del fascismo e la sua ascesa al potere, dal 1919 al 1924. Mussolini confessa, scherza e ironizza, creando una strana familiarità con il pubblico, senza mai sminuire la gravità degli eventi storici.

Questo stile di scrittura e regia è complesso e delicato, riuscendo a condannare i personaggi attraverso un approccio inedito e disturbante. Questa scelta audace, al centro delle discussioni dopo la presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia, è visibile nel trailer della serie.

La nuova serie Sky su Mussolini “M. Il figlio del secolo” – 2024 Sky Studios Ltd – Sky Italia srl – Italialaica.it

 

Gli sceneggiatori Stefano Bises e Davide Serino hanno sviluppato questa visione su richiesta della produzione The Apartment (nota per progetti come Parthenope di Paolo Sorrentino e Queer di Luca Guadagnino). Dopo aver scritto i primi episodi e stabilito stile e tono, la serie è stata proposta ai coproduttori. Bises ha raccontato come fu contattato da Scurati, che gli inviò il romanzo, inizialmente senza spiegare l’intenzione di lavorare insieme.

Stefano Bises, uno dei più importanti sceneggiatori della televisione italiana, ha scritto alcune delle serie più ambiziose, come Gomorra – La serie, ZeroZeroZero, The New Pope, e Esterno notte. Per la serie M – Il figlio del secolo, ha collaborato con Davide Serino, sceneggiatore più giovane ma già affermato per progetti come 1992, 1993, The Bad Guy e Ti mangio il cuore.

Ci sono voluti due anni per sviluppare le prime due puntate, non a causa della complessità della scrittura o della lunghezza del romanzo (oltre 800 pagine), ma per definire il tono e la caratterizzazione dei personaggi. In questo periodo, Bises e Serino hanno lavorato anche su altri progetti, ma hanno dedicato tempo a concepire l’idea della serie, trovando l’equilibrio tra empatia per il protagonista e la sua condanna.

Il dialogo diretto tra Mussolini e il pubblico ricorda il personaggio di Frank Underwood in House of Cards. Questo espediente, considerato efficace dagli sceneggiatori, permette di rappresentare il personaggio come qualcuno che “non dice mai la verità” e parla con una doppia lingua, mantenendo costantemente un doppio standard tra pensiero e parola.

La serie si distacca dal romanzo non solo nel tono ma anche nella struttura, con scene complesse riassunte in montaggi rapidi. Ci sono state molte discussioni tra gli sceneggiatori e Antonio Scurati riguardo al tono da tenere, poiché lo scrittore è stato coinvolto come consulente. Scurati, inizialmente spiazzato dal cambiamento rispetto al rigore del suo libro, ha poi apprezzato il risultato, come dimostrato nelle sue interviste, e il suo nome compare tra i soggettisti della serie.

Ci sono ragioni tecniche dietro la scelta degli sceneggiatori di M – Il figlio del secolo. In un racconto audiovisivo, specialmente se lungo e con un protagonista negativo come Mussolini, è necessario trovare un modo per creare empatia o un’adesione emotiva da parte del pubblico. Secondo Davide Serino, la grande intuizione di Antonio Scurati è stata quella di raccontare il fascismo dal punto di vista di Mussolini, ma in modo estremamente documentato. Nel romanzo, Mussolini è descritto come un uomo talentuoso e determinato, ma anche pieno di difetti tipici della commedia italiana, come opportunismo e vigliaccheria. Questo ha portato alla scelta di un registro inizialmente comico, che però si evolve in toni sempre più cupi e tragici nel corso della serie.

Con la sceneggiatura dei primi due episodi definita, è stato coinvolto Sky come emittente, e successivamente il regista inglese Joe Wright, noto per film come Espiazione e L’ora più buia. Sebbene le decisioni stilistiche fossero già state prese, Wright ha aggiunto il suo tocco personale, collaborando con gli sceneggiatori per adattare le puntate al suo stile registico.

Il coinvolgimento di Wright ha conferito alla serie un tono internazionale, soprattutto a livello visivo. Tuttavia, essendo una serie storica basata su personaggi reali, l’attenzione alla lingua e ai dettagli culturali è stata cruciale, motivo per cui Bises e Serino hanno mantenuto una presenza costante sul set, seguendo da vicino il lavoro con gli attori. La lettura del copione è stata fatta insieme agli sceneggiatori per garantire che il linguaggio e le interpretazioni fossero fedeli alle vere figure storiche, specialmente nel caso di Mussolini, noto per il suo accento e il suo stile oratorio particolare.

Nonostante la sua non familiarità con la lingua italiana, Wright ha dimostrato un grande rispetto per la sceneggiatura, non permettendo alcuna modifica ai dialoghi, nemmeno su suggerimento di Luca Marinelli, l’attore che interpreta Mussolini.

Un elemento cruciale della serie è Luca Marinelli, che interpreta Mussolini e occupa quasi tutte le scene. Il suo ruolo è centrale, poiché non solo dialoga con il pubblico ma dà vita al particolare tono della sceneggiatura, un compito impegnativo che va oltre quello normalmente affidato agli attori.

Per questo motivo, non c’è stato un casting tradizionale: Marinelli è stato scelto fin dalle prime fasi del progetto, persino prima che venisse definito il regista. Stefano Bises racconta: «Il progetto è stato proposto con Luca nei panni di Mussolini, e lui ha collaborato attivamente, suggerendo persino frasi autentiche di Mussolini, come “Solo i muli e i paracarri non cambiano idea”».

Ora che la serie è stata presentata con successo alla Mostra del Cinema di Venezia, si riflette sulla possibilità di adattare gli altri romanzi di Antonio Scurati. Sebbene non siano stati annunciati piani ufficiali per ulteriori stagioni, gli sceneggiatori, Bises e Davide Serino, hanno già delle idee. Il secondo libro, M. L’uomo della provvidenza, che copre il periodo dal 1925 al 1932, potrebbe essere meno interessante da trasporre, mentre il terzo, M. Gli ultimi giorni d’Europa, che inizia nel 1938 e tratta del rapporto tra Mussolini e Hitler, sembra più adatto al tono della serie.

Rappresentare Hitler sarà una sfida particolare, considerando che è un personaggio molto raccontato dal cinema, con approcci che spaziano dal tragico al macchiettistico. Bises e Serino hanno già un’idea innovativa: «Non possiamo fare un Hitler serio e drammatico come in La caduta, né renderlo comico come in Jojo Rabbit. Potremmo farlo apparire senza farlo parlare, facendo capire a Mussolini, durante il suo viaggio a Berlino, che c’è qualcosa di sbagliato vedendo seicentomila persone perfettamente allineate davanti a lui».

Giulia De Sanctis

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