La caccia alle streghe è una ferita ancora aperta del passato, ma cosa ha provocato questo sterminio irrazionale?
La paura rende pericolosi e questo il passato ce lo insegna senza ombra di dubbio. Ma quando la paura incontra l’ignoranza, il pregiudizio e la deumanizzazione, allora il quadro si fa ancora più oscuro e violento.
Esiste una macchia densa nel passato, che si allarga tra la metà del ‘400 e la metà del ‘600, un periodo in cui, in tutta Europa, migliaia di donne vennero torturate, perseguitate e bruciate vive con l’accusa di stregoneria.
A partire dalla metà del 400, si sviluppò una una forte intolleranza religiosa che portò a delle superstizioni molto pericolose, che come nel caso della caccia alle streghe, causarono migliaia di vittime.
Secondo queste superstizioni, alcune donne decidevano di diventare serve del demonio, di accoppiarsi con lui o di rendergli onore, solo per ricevere in cambio dei poteri magici. Questi poteri ovviamente erano oscuri, e la loro magia veniva catalogata come magia nera.
I sortilegi che, secondo la Sacra Inquisizione, le streghe erano in grado di compiere, erano un pericolo per la salvezza di ogni altro essere umano e per questo bisognava dare loro la caccia e ardere il loro corpo.
La credenza nella magia e nel sovrannaturale è sempre esistita anche in passato.
Questo perché le persone delle epoche scorse, cercavano una qualsiasi motivazione ad eventi che non riuscivano a spiegare, e questo portava al ricorrere al sovrannaturale come unica motivazione plausibile che potesse spiegare eventi immotivati come carestie, epidemie o terremoti.
Il codice di Hammurabi, nel XVIII secolo a.C. condannava maghi e streghe che facevano del male alle persone e anche nell’Impero Romano, il timore della stregoneria provocò parecchie esecuzioni. Anche all’epoca le principali vittime erano donne che venivano accusate di provocare epidemie con i loro poteri. L’unica loro vera e propria colpa? Essere nubili o vedove.
Possiamo dire, quindi, che l’ignoranza, nella maggior parte dei casi, sia la diretta responsabile della paura e della violenza, perché quando l’uomo non conosce, spesso trae conclusioni che vanno a discapito di chi non può difendersi. Basti pensare all’epoca della peste, quando persone innocenti venivano considerate untrici e quindi uccise con l’accusa di voler contagiare gli altri.
A partire dalla metà del 400 cominciarono le prime uccisioni di presunte streghe, ma i numeri più raccapriccianti si raggiunsero dal 1480 al 1520 e successivamente dal 1560 al 1640.
Questo accanimento nei confronti delle donne ritenute streghe, cominciò con Papa Innocenzo VIII nel 1484 che incaricò i due frati domenicani tedeschi Jakob Sprenger e Heinrich Kramer di dare la caccia alle streghe in territorio tedesco, rilasciando la Bolla Summis Desiderantes, con la quale autorizzava a inquisire, torturare e uccidere le streghe in tutta Europa.
Lo stesso papa, permise la pubblicazione del Malleus Maleficarum, un manuale che spiegava come riconoscere e dare la caccia alle streghe.
In Italia, la caccia alle streghe venne perpetrata principalmente dall’Inquisizione, l’autorità religiosa ormai famosa per la sua condotta violenta e sanguinaria. L’Inquisizione era un’istituzione ecclesiastica fondata dalla Chiesa cattolica per processare coloro che venivano accusati di eresia. Nella storia questa istituzione vanta un gran numero di uccisioni e torture.
Tuttavia, questo accanimento si espanse in tutta Europa come una macchia densa e scura, e la caccia alle streghe venne portata avanti sia dalla chiesa cattolica che da quella protestante.
Le donne accusate di stregoneria erano quasi sempre donne povere come levatrici, prostitute o guaritrici che si prendevano cura dei loro pazienti con espedienti naturali, metodi che oggi potremmo definire di pura e semplice omeopatia, ma che in passato portavano a una condanna a morte.
Le confessioni venivano estorte attraverso torture che potevano durare anche giorni interi. E in questo l’Inquisizione era una vera maestra. Attraverso la tortura, persone innocenti venivano indotte ad ammettere colpe che non avevano commesso, come aver ucciso bambini o provocato epidemie.
Per colpa di paura immotivata e ignoranza morirono più di 100.000 persone ed è un esempio di quante vittime possa mietere l’intolleranza religiosa.
In ogni caso, non stupisce che le vittime principali fossero proprio le donne: in generale la cultura cristiana è sempre stata diffidente verso il genere femminile, ha sempre visto nella donna la possibilità del peccato, la tentazione, per non parlare di come la donna sia sempre stata considerata, in generale, inferiore all’uomo in ogni epoca storica.
Ciò che ha scritto la parola fine alla caccia alle streghe è stato un cambio di concezione comune. La società del Seicento non poteva più accettare queste esecuzioni, ormai considerate barbare e infondate. Così, le condanne per stregoneria diventarono sempre più rare, tanto che in Europa la caccia alle streghe cessò di esistere del tutto.
In America, invece, non accennò a rallentare neanche alla fine del ‘600, anzi possiamo dire che raggiunse il suo picco massimo con il famoso processo delle streghe di Salem e con ulteriori 20 condanne a morte.
L’ultima esecuzione accertata risale al 1782 in Svizzera. Non sappiamo se si tratti effettivamente dell’ultima morte ingiusta e violenta, ma come potete vedere gli strascichi di questa caccia illogica si protrassero ben oltre la fine del ‘600.
La caccia alle streghe, come molti altri esempi di uccisioni provocate da ingoranza e paura, di cui purtroppo il nostro passato è pieno, ci insegna molte cose sull’animo umano e su come il potere, spesso, venga mal gestito.
Ci mostra con chiarezza che la violenza non conosce logica e che gli esseri umani ricorrono a questa perché è la strada più semplice: conoscere è molto più complesso, richiede molto più sforzo, sterminare è la via più comoda per eliminare ciò che viene considerato un “problema” invece che provare a comprenderlo.
Quando però è il potere stesso a dimsotrarsi violento, crudele e ingorante, la situazione si aggrava ancora di più perché le conseguenze possono essere irreparabili e costare la vita a migliaia di innocenti.
Per concludere, vogliamo riportare una frase di Voltaire, che probabilmente riassume con efficacia questo concetto:
“Niente è più pericoloso al mondo di quando l’ignoranza e l’intolleranza sono armate del potere”.
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