L’inchiesta della Procura militare nei confronti del generale Roberto Vannacci potrebbe cambiare completamente lo scenario
A ventiquattro ore dalla notizia dell’inchiesta su Roberto Vannacci per peculato e truffa, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini rompe il silenzio riguardo alla figura che potrebbe essere candidata alle prossime elezioni europee.
Il vicepresidente del Consiglio, a margine della scuola della Lega, ha affrontato così il tema: “A me farebbe molto piacere se fosse uno dei portabandiera della Lega in queste battaglie di libertà, sicurezza, civiltà, democrazia e di coraggio. Ma su Vannacci stavo facendo il conto alla rovescia…Vuole candidarsi con la Lega? Tre, due, uno…Indagato!” afferma il leader leghista.
“Non ne condivido tutto il suo pensiero – aggiunge – ma se lo stimavo fino a ieri, lo stimo ancora di più oggi. Penso che gli italiani abbiano capito come funziona. D’altronde voi state ascoltando una persona sotto processo. Ma paura zero: più ci attaccano più vado avanti”.
Roberto Vannacci è indagato, perché?
Tutto è partito dall’ispezione del ministero della Difesa sul periodo in cui ha ricoperto l’incarico di addetto militare in Russia, per la precisione a Mosca, che ha evidenziato “criticità, anomalie e danni erariali” nelle richieste di rimborso effettuate con autocertificazione.
Nel mirino della procura militare indennità di servizio per i familiari percepite illecitamente, spese per benefit legate all’auto di servizio non autorizzate, rimborsi per l’organizzazione di cene che in realtà non sarebbero state organizzate.
Il generale Vannacci è stato rappresentante della Difesa in Russia dal 7 febbraio del 2021 al 18 maggio del 2022, quando Mosca decretò l’espulsione di ventiquattro diplomatici ed esperti militari italiani in seguito all’invasione dell’Ucraina. Le verifiche sull’autore de “Il mondo al contrario” hanno riguardato“la gestione amministrativa dell’ultimo quinquennio” attraverso l’esame di documenti contabili, mail, attestazioni di servizio e interrogatori. Dell’inchiesta si parla già diversi mesi, lo stesso Vannacci a dicembre parlò di“porcheria” per aver“dato fastidio a qualcuno”.
Sono tre i capitoli evidenziati dagli ispettori ministeriali, riporta il Corriere della Sera: il primo è quello delle autocertificazioni: Vannacci ha percepito l’indennità di servizio all’estero – attribuita in base all’effettiva presenza dei familiari a carico nella sede di servizio estera – ma sarebbero emerse delle incongruenze tra le dichiarazioni del militare e i dati riscontrati sui passaporti diplomatici della moglie e delle figlie.
Poi riflettori accesi su feste e cene: riscontrate anomalie nell’elenco delle spese sostenute presentato da Vannacci. Il militare infatti“avrebbe chiesto e ottenuto rimborsi per spese sostenute impropriamente per organizzare eventi conviviali per la ‘Promozione del Paese Italia’ presso ristoranti di Mosca piuttosto che presso la propria abitazione”.
A smentirlo il suo successo, il colonnello Vittorio Parrella: oltre ad aver negato di aver partecipato, ha messo in dubbio l’effettiva organizzazione degli eventi.
Infine il possibile danno erariale per l’utilizzo dell’auto di servizio, una Bmw: 9 mila euro spesi senza giustificazione. “Nel luglio del 2018 lo Stato maggiore aveva autorizzato l’alienazione dell’auto entro il 31 ottobre 2018 e comunque al manifestarsi di inefficienze che potevano richiedere onerosi interventi di manutenzione”.
Vannacci e il suo predecessore, il generale Alfonso Miro, non avrebbero rispettato le disposizioni: da qui la decisione di affidare il dossier alla Corte dei Conti “per le valutazioni di eventuali profili di responsabilità amministrativa e connesso danno erariale relativo alle spese sostenute”.
Secondo quanto appreso dall’Adnkronos, Vannacci è“demoralizzato e preoccupato”, ma “fiducioso nella giustizia”, perché“consapevole che prima o poi la verità verrà fuori”. L’avvocato del militare, Giorgio Carta, ha precisato che le notizie diffuse oggi risultano fare riferimento a sue attività d’ufficio già accuratamente ricostruibili oltreché del tutto regolari. I chiarimenti verranno forniti nelle sole sedi istituzionali, ha aggiunto l’avvocato, smentendo le presunte preoccupazioni del suo assistito: “Vannacci è assolutamente sereno, continua la sua attività divulgativa e presenterà le proprie considerazioni nelle sedi opportune”.
Contattato dall’Agi, Domenico Leggiero, presidente dell’Osservatorio Militare e grande amico del generale, ha ammesso: “Vannacci mi ha detto che si aspettava questa operazione contro di lui. Nella Lega, dopo le Europee, puntano a far fuori Salvini che cercava Vannacci per recuperare consenso e in Fratelli d’Italia non lo vogliono dopo le polemiche con il ministro Crosetto”. Leggiero ha aggiunto:“Vannacci non farebbe una cosa del genere nemmeno se scendesse nostro Signore a terra. Questa è la differenza tra un ufficiale come lui e un quaraquà”.
Intanto, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti difende la posizione del generale Vannacci, esaltandone le qualità professionali: “Mi metto nei panni di un uomo che ha rischiato la vita per i suoi ragazzi, per questo paese, per la bandiera, che magari si è fatto qualche antipatia ai vertici quando coraggiosamente combatté contro l’uranio impoverito per difendere i diritti dei suoi ragazzi che non c’erano più“.
Sempre a proposito dell’autore del libro Il mondo al contrario, che tante polemiche ha generato dallo scorso mese di agosto, Salvini aggiunge: “Sei stato ovunque nel mondo – dice del generale – sei stato in Afghanistan, sei stato in Libano, sei stato ovunque, salvato vite, hai servito il tuo paese, la brigata Folgore, una delle cose più belle, la Brigata Sassari, il corpo degli Alpini, quello che ti fa a sentire orgoglioso di essere italiano ma poi scrivi un libro e apriti cielo. Un generale non può scrivere un libro. Perché? Poi vende centinaia di migliaia di copie senza case editrici, televisioni o sistemi informativi alle spalle…“.
Parole che seguono quelle pronunciate dallo stesso leader della Lega appena un paio di giorni fa, quando aveva ribadito la speranza che Vannacci potesse essere “nella nostra squadra per portare più Italia in Europa“, definendolo “un uomo libero“.
Pochissime ore dopo la notizia dell’indagine giudiziaria, il Carroccio – in un comunicato ufficiale – aveva parlato di una “inchiesta a orologeria“, che non solo non modificava per niente la convinzione dei vertici leghisti che il generale fosse il candidato perfetto per le Europee, ma al contrario la rafforzava.
“Vannacci è un uomo amato dai cittadini e scomodo al palazzo Visto che non riescono a intimidirlo in altro modo ci provano con inchieste e minacce. La nostra stima nei suoi confronti non cambia, anzi aumenta“.
Concetto ribadito anche nella mattina di oggi tramite una nuova nota della Lega: “È motivo di orgoglio che un coraggioso servitore della Patria come Roberto Vannacci venga accostato alla Lega: l’indagine a suo carico conferma il nervosismo di chi teme il cambiamento, ma è totalmente falso che il partito possa pagargli la campagna elettorale“.