Ci sono diverse novità per quanto riguarda le tasse sulla pensione. Così gli italiani diventano sempre più poveri: cosa sta accadendo
In Italia la questione delle tasse sulle pensioni è motivo di dibattito costante, con un sistema fiscale che molti considerano ingiusto. Nonostante la recente riforma dell’IRPEF, le criticità e le disparità nel trattamento fiscale tra pensionati con redditi medio-bassi e quelli con redditi più elevati persistono da anni, contribuendo a un divario socioeconomico sempre più marcato. In tal senso la riforma dell’IRPEF ha mostrato limiti significativi nel ridurre le disuguaglianze.
Secondo la Commissione europea, l’Italia si distingue come uno dei paesi europei che tassa più pesantemente le pensioni di base rispetto a quelle più alte. Questo si traduce in una differenza più accentuata tra le pensioni percepite dai cittadini con redditi bassi e quelli con redditi elevati, non solo in termini lordi ma anche netti. Questo fenomeno contribuisce a un ciclo di impoverimento per i pensionati a basso reddito, mentre i pensionati più ricchi tendono a beneficiare di un carico fiscale relativamente più leggero. Ecco quali sono le tasse che si pagano sulla pensione.
Pensione, sempre più tasse per gli italiani: quali sono gli effetti delle nuove aliquote IRPEF
Nel 2024 le regole fiscali in Italia per le pensioni hanno subito modifiche significative, principalmente attraverso la riduzione delle aliquote dell’IRPEF, mirando a influenzare positivamente gli assegni ricevuti mensilmente dai pensionati. Questa riforma ha portato ad un aumento del reddito disponibile per la maggior parte dei beneficiari delle pensioni, anche se gli effetti variano a seconda dell’importo della pensione.
Le nuove aliquote dell’IRPEF stabilite per il 2024 sono strutturate in tre scaglioni:
- 23% per i redditi fino a 28.000 euro;
- 35% per i redditi superiori a 28.000 euro fino a 50.000 euro;
- 43% per i redditi che superano i 50.000 euro.
Questo significa che coloro che percepiscono pensioni più basse beneficeranno di un’IRPEF più ridotta, mentre chi ha pensioni più elevate sarà soggetto alle aliquote più alte. L’obiettivo dichiarato di questa riforma è quello di alleviare il carico fiscale per i pensionati con redditi medio-bassi, sebbene l’inflazione possa erodere rapidamente i vantaggi reali nel tempo.
Per i pensionati con assegni più generosi, la riforma può avere un impatto più sostanziale, ma è importante notare che le aliquote più elevate per redditi più alti non sono cambiate. Quindi mentre la riforma fiscale del 2024 porta vantaggi evidenti per i pensionati con redditi fino a 28.000 euro, l’impatto diminuisce man mano che il reddito pensionistico aumenta. Per i pensionati con redditi più elevati, il risparmio fiscale è meno pronunciato, mantenendo invariata la pressione fiscale complessiva.
Questa situazione evidenzia l’importanza di una pianificazione fiscale attenta per i pensionati italiani, soprattutto considerando l’evoluzione dell’economia e dell’inflazione nel determinare il reddito reale disponibile nel tempo.