Nella giornata di ieri in tanti si sono ritrovati sul colle del Campidoglio a Roma, per manifestare con una fiaccolata il sostegno ai dissidenti di Vladimir Putin dopo la morte del suo principale oppositore Aleksej Navalny. Nella piazza gremita, l’evento voluto dal leader di Azione Carlo Calenda ha accolto diverse forze politiche. Ma soprattutto l’arrivo di Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega in Senato, è stato accolto da fischi e polemiche. “Dov’è la felpa di Putin? E i 49 milioni? Vattene a Mosca” sono le frasi gridate contro l’esponente del Carroccio. Che ha contrattaccato: “Eccoli qui i democratici, noi rispondiamo col sorriso agli insulti, non caschiamo nelle vostre provocazioni”.
La contestazione
Carlo Calenda si era detto felice della riuscita dell’evento: “Sono contento che tutte le forze politiche siano oggi qui”, ma l’arrivo di Romeo ha scaldato gli animi di molti presenti in piazza per ricordare Navalny. Sotto la statua equestre di Marco Aurelio dove campeggiava una foto del politico russo deceduto il 16 febbraio scorso, la tensione è salita proprio all’arrivo di Romeo, reo di rappresentare quel partito che, attraverso le parole del vicesegretario Andrea Crippa, aveva rinunciato ad: “Additare responsabili sulla morte di Navalny, almeno fino all’analisi di prove oggettive”.
La posizione del Carroccio
“Non sappiamo cosa sia successo in Russia – ha ribadito ancora Romeo -. È chiaro che il pensiero va a qualcosa di molto negativo, il sospetto è venuto anche a noi. Che il leader dell’opposizione finisca per essere assassinato è una cosa vergognosa e grave”. Ipocrita la presenza della Lega in piazza? “Ipocrita è chi si dice liberale e democratico e poi vuole vietare la piazza alla Lega, che invece è qui per difendere la libertà. C’era qualcuno che stringeva la mano e, con un Forza Milano diceva che Putin era un personaggio che meritava tutte le attenzioni del mondo” ha dichiarato ancora l’esponente del Carroccio. Parole che sembrano alludere alla creazione di un club di Forza Italia a Milano dedicato proprio al presidente russo.
Dalla Lega al M5S
A rincarare la dose anche Riccardo Magi di +Europa, che ricorda: “Il fiancheggiamento della Lega per Putin. La contestazione penso fosse scontata e un po’ naturale, una partecipazione è benvenuta qualora non sia fatta in modo furbo e ipocrita”. Lega ma non solo, a finire nel mirino della critica anche il Movimento 5 Stelle. “I 5 Stelle ogni quarto d’ora ci spiegano che dobbiamo smettere di mandare armi all’Ucraina, creando le condizioni per una vittoria di Putin” ammonisce Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva in Senato. “Chiedere la pace non è in contraddizione con la condanna dell’omicidio di Navalny”, contrattacca il vicepresidente pentastellato Riccardo Ricciardi. Assente alla manifestazione Giuseppe Conte, con l’ex Presidente del Consiglio che sul tema ha dichiarato di: “Inchinarsi di fronte alle battaglie dell’attivista russo, anche se non condivido tutte le sue posizioni politiche”. Si astiene almeno momentaneamente dalle polemiche il Partito Democratico: “Siamo qui – ha invece dichiarato la segretaria Dem Elly Schlein – contro un regime che non tollera la libertà, la responsabilità della morte di Navalny è del regime di Putin”.