Nuove sanzioni contro la Russia sono state varate dagli Stati Uniti e dal Consiglio dell’Unione europea in occasione del secondo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina.
Le sanzioni alla Russia, l’annuncio degli Usa
Le nuove sanzioni, imposte in collaborazione con altri Paesi, sono focalizzate sul complesso industriale militare russo e sulle aziende situate in paesi terzi che facilitano l’accesso della Russia ai beni necessari. Nel frattempo, Washington sta tentando anche di mettere alla strette la Russia anche per la morte del leader dell’opposizione, Alexei Navalny.
Il nuovo pacchetto è l’ultimo di una lunga serie di sanzioni già imposte contro Mosca, annunciate dagli Stati Uniti e dai suoi alleati in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022. Conflitto che ha già causato la morte di decine di migliaia di persone e distrutto intere città.
Le nuove sanzioni sono arrivate nonostante i dubbi sulla possibilità che il Congresso americano approvi ulteriore risorse per supportare Kiev. L’amministrazione del presidente Joe Biden, infatti, ha esaurito i fondi precedentemente approvati e destinati al sostegno dell’Ucraina nel conflitto e una richiesta di risorse aggiuntive è ferma alla Camera dei Rappresentanti controllata dai repubblicani.
Il nuovo pacchetto di sanzioni dell’Europa
“Il Consiglio Ue ha adottato oggi un tredicesimo pacchetto di misure restrittive nei confronti del regime di Putin, di coloro che sono responsabili di perpetuare la sua guerra di aggressione illegale, non provocata e ingiustificata e di coloro che la sostengono in modo significativo”, ha fatto sapere il Consiglio Ue in una nota.
“Il Consiglio ha deciso di imporre misure restrittive nei confronti di altre 106 persone e 88 entità responsabili di azioni che minacciano o compromettono l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina – si legge ancora – I nuovi elenchi concordati oggi riguardano principalmente i settori militare e della difesa e le persone associate, comprese quelle coinvolte nelle forniture di armamenti della Corea del Nord alla Russia, nonché membri del sistema giudiziario, politici locali e persone responsabili della deportazione illegale e della rieducazione militare dei bambini ucraini: complessivamente, le misure restrittive dell’Ue nei confronti di azioni che minacciano o compromettono l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina si applicano ora a oltre 2000 persone ed entità”.
Le sanzioni per colpire l’industria militare russa
“Il Consiglio Ue ha aggiunto 27 nuove entità all’elenco di quelle che sostengono direttamente il complesso militare e industriale della Russia nella sua guerra di aggressione contro l’Ucraina: esse saranno soggette a restrizioni più severe sulle esportazioni di beni e tecnologie a duplice uso, nonché di beni e tecnologie che potrebbero contribuire al potenziamento tecnologico del settore della difesa e della sicurezza della Russia – prosegue il comunicato – Alcune di queste entità hanno sede in Paesi terzi (India, Sri Lanka, Cina, Serbia, Kazakistan, Thailandia e Turchia) e sono state coinvolte nell’elusione delle restrizioni commerciali, altre sono entità russe coinvolte nello sviluppo, nella produzione e nella fornitura di componenti elettronici per il complesso militare e industriale russo”.
“Inoltre – si legge ancora – la decisione odierna amplia l’elenco dei prodotti soggetti a restrizioni che potrebbero contribuire al potenziamento tecnologico del settore della difesa e della sicurezza della Russia, aggiungendo componenti per lo sviluppo e la produzione di veicoli aerei senza pilota (Uav). Infine l’Ue ha introdotto ulteriori restrizioni sulle esportazioni di beni che contribuiscono in particolare al potenziamento delle capacità industriali russe, come i trasformatori elettrici”.
“Le persone designate sono soggette al congelamento dei beni e ai cittadini e alle imprese dell’Ue è vietato mettere a loro disposizione fondi. Le persone fisiche sono inoltre soggette a un divieto di viaggio, che impedisce loro di entrare o transitare nei territori dell’Ue”, conclude la nota.