Grandi novità in arrivo: l’Agenzia delle Entrate vuole stralciare le cartelle esattoriali intestate ai soggetti nullatenenti.
Se avete una cartella esattoriale pendente e non sapere come uscirne, la nuova riforma fiscale del 2024 potrebbe portare buone notizie. Recentemente, il legislatore ha introdotto nuove disposizioni per aiutare chi è in difficoltà economiche, con l’obiettivo di rendere il sistema di riscossione più giusto ed efficiente.
Tuttavia, questa riforma non è destinata a tutti i debitori, ma a coloro che non dispongono di risorse concrete, ossia necessarie per pagare ed evitare un eventuale pignoramento. Si tratterebbe di una vera e propria estinzione dei debiti che, tuttavia, non manca di sollevare controversie e possibili rischi legati all’evasione fiscale.
La riforma prevede due principali novità che riguardano le cartelle esattoriali per i nullatenenti: in primis, la sospensione dopo sei mesi; in seconda battuta, l’estinzione dopo cinque anni. Ma entriamo nel dettaglio.
Se entro sei mesi dalla notifica della cartella, l’Agenzia per la Riscossione accerta che il debitore non ha beni aggredibili, può sospendere l’azione di riscossione. Questo accertamento avviene tramite controlli nell’Anagrafe tributaria. Una volta constatata l’assenza di beni, l’Agenzia restituisce il ruolo all’Agenzia delle Entrate, alleggerendo il carico di lavoro su pratiche difficilmente recuperabili.
Poi, lo stralcio dopo cinque anni. Se l’Agenzia per la Riscossione non riesce a riscuotere il debito entro cinque anni, le cartelle esattoriali vengono automaticamente cancellate. Questa misura evita che debitori nullatenenti rimangano con pesi finanziari irrecuperabili per tutta la vita, permettendo all’Agenzia delle Entrate di concentrarsi sui debiti recuperabili.
Un dubbio sorge spontaneo: perché l’idea di questa riforma? Il legislatore ha voluto affrontare due problemi principali. Il primo obiettivo è quello di supportare i nullatenenti. Ad oggi, molti debitori si trovano in condizioni economiche talmente difficili che risulta impossibile per loro saldare i debiti. Questa riforma mira a dar loro una chance, evitando che rimangano debitori per sempre.
Inoltre, un altro punto focale è quello di snellire il lavoro dell’Agenzia delle Entrate. Ad oggi, gestire cartelle esattoriali irrecuperabili consuma risorse preziose per situazioni evidentemente irrecuperabili. Con questa riforma, l’Agenzia può concentrarsi su crediti più gestibili, risparmiando tempo e denaro.
Ma non è tutto rose e fiori. Alcuni critici hanno sollevato diversi dubbi riguardo alla riforma. La principale preoccupazione è che potrebbe entrare in conflitto con l’articolo 2740 del Codice Civile, che dice che “il debitore risponde dell’adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri.” In buona sostanza, c’è il rischio che questa riforma crei una disparità di trattamento, favorendo i nullatenenti rispetto agli altri cittadini, e violando così il principio di uguaglianza.
Fino alla prescrizione del credito, l’Agenzia delle Entrate ha due opzioni: può incaricare soggetti privati, selezionati tramite gare pubbliche, per riscuotere i crediti. O, in alternativa, riaffidare la riscossione all’Agenzia. Entro il termine del quinto anno successivo all’affidamento, se vengono trovati nuovi beni nel patrimonio del debitore, l’ente creditore può affidare nuovamente la riscossione all’Agenzia.
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