Continuano le problematiche giudiziarie del fondatore dell’app di messaggistica. Dopo l’arresto a Parigi si aggiunge un’inchiesta avviata per abusis sessuali nei confronti di minori
Pavel Durov, il multimiliardario fondatore di Telegram, si trova al centro di una bufera giudiziaria che sembra non conoscere tregua. Dopo l’arresto avvenuto lo scorso sabato all’aeroporto Le Bourget di Parigi, nuove accuse di gravi violenze contro uno dei suoi figli si sono aggiunte alla già lunga lista di imputazioni. Queste rivelazioni hanno gettato ulteriore ombra su una figura già controversa, che sta affrontando un’indagine internazionale per la presunta mancata collaborazione con le autorità in questioni legate ad attività criminali condotte attraverso la sua piattaforma di messaggistica.
Le nuove accuse di violenze sul figlio
Le accuse di violenze familiari rappresentano un colpo durissimo per Pavel Durov, conosciuto per la sua riservatezza e il rigido controllo sulla sua immagine pubblica. Secondo il sito ‘Politico’, che ha visionato atti giudiziari inediti, un mandato di arresto sarebbe stato emesso dalle autorità francesi già lo scorso marzo in seguito a un’inchiesta avviata per abusi sessuali su minori. Questo mandato riguarda specificamente le accuse mosse dalla madre di uno dei figli di Durov, che nel 2023 ha presentato denuncia in Svizzera, dove ora risiede insieme al bambino. Se confermate, queste accuse non solo potrebbero portare a gravi conseguenze legali per Durov, ma rischiano anche di danneggiare irreparabilmente la sua reputazione pubblica e la fiducia degli utenti di Telegram, una piattaforma che conta circa 900 milioni di utilizzatori a livello globale.
L’inchiesta e la posizione di Durov
Le accuse di violenza sul figlio arrivano in un momento già delicato per Pavel Durov, che è attualmente sotto inchiesta in Francia per una serie di reati legati all’utilizzo di Telegram da parte di gruppi criminali. Il giudice istruttore che ha preso in carico il caso ha deciso di porre fine al fermo precauzionale di Durov, ma l’imprenditore è stato comunque trasferito in tribunale per rispondere a 12 capi di imputazione. Tra questi, spiccano la mancata collaborazione nelle indagini su traffico di droga e diffusione di immagini pedopornografiche, attività che sarebbero state facilitate dalla crittografia offerta dalla sua piattaforma.
Secondo le autorità francesi, Telegram è stata spesso utilizzata per condurre attività illecite grazie al suo alto livello di sicurezza, che rende difficile per le forze dell’ordine monitorare e intercettare le comunicazioni. La piattaforma offre crittografia end-to-end solo per le chat segrete, mentre le chat normali non godono dello stesso livello di protezione. Questo significa che i messaggi possono essere potenzialmente decifrati e monitorati, un problema significativo per chi utilizza Telegram per scopi riservati.
La questione della crittografia è centrale nel dibattito su Telegram. Da un lato, garantisce agli utenti un alto livello di privacy, dall’altro, ha sollevato preoccupazioni tra le autorità di vari paesi, che vedono in questa opacità un terreno fertile per attività criminali. Il rifiuto di Durov di fornire accesso ai dati di Telegram alle autorità ha portato a un’escalation di tensioni, con la Francia che ora cerca di portare avanti un’azione legale senza precedenti contro l’imprenditore.
Gli intrecci politici e le pressioni internazionali
La situazione si complica ulteriormente per via delle implicazioni politiche che circondano la figura di Durov. Secondo un’inchiesta del Wall Street Journal, nel 2018 Durov incontrò il presidente francese Emmanuel Macron, il quale gli chiese di spostare la sede legale di Telegram a Parigi. Durov, però, rifiutò l’offerta, un gesto che potrebbe aver contribuito ad alimentare le tensioni con le autorità francesi.
A peggiorare ulteriormente il quadro, vi è una presunta operazione di spionaggio organizzata dai servizi segreti francesi in collaborazione con quelli degli Emirati Arabi Uniti, dove ha sede Telegram. Denominata ‘Purple Music’, questa operazione avrebbe avuto l’obiettivo di monitorare le attività di Durov e di raccogliere informazioni sull’utilizzo della sua piattaforma da parte di criminali e terroristi. Nonostante questi tentativi di controllo, Durov avrebbe mantenuto strette relazioni con la Russia, alimentando ulteriori sospetti sulla sua figura e sui reali obiettivi della sua azienda.
Inoltre, secondo fonti ucraine, Durov avrebbe recentemente incontrato il presidente russo Vladimir Putin, un fatto che ha sollevato nuove preoccupazioni circa i legami dell’imprenditore con il Cremlino. Questi incontri, combinati con le pressioni internazionali che Durov sta affrontando, suggeriscono che la sua posizione è sempre più precaria.
La reazione della Russia e degli Emirati Arabi Uniti
L’arresto di Durov ha scatenato una serie di reazioni internazionali, in particolare da parte della Russia e degli Emirati Arabi Uniti. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha attaccato duramente la Francia, accusandola di voler limitare la libertà di comunicazione e di intimidire Durov per motivi politici. “Le accuse sono davvero molto serie, e pertanto richiedono una base schiacciante di prove,” ha dichiarato Peskov, insinuando che l’arresto potrebbe essere parte di una più ampia operazione di censura da parte della Francia.
La Russia ha mostrato un forte interesse a difendere Durov per il ruolo cruciale che Telegram svolge nella sua strategia di comunicazione interna e nelle operazioni militari. Telegram, inizialmente bandita dalla Russia e poi riammessa, è infatti una piattaforma fondamentale per l’esercito russo e per i blogger pro-Cremlino, che la utilizzano per diffondere propaganda e coordinare operazioni.
Anche gli Emirati Arabi Uniti hanno espresso preoccupazione per la situazione di Durov, chiedendo chiarimenti alla Francia sul destino del loro concittadino. Durov, infatti, è cittadino russo, francese, di Saint Kitts and Nevis e degli Emirati Arabi Uniti, un fatto che complica ulteriormente le dinamiche internazionali legate al suo arresto.
Il futuro di Durov e di Telegram
La situazione legale di Pavel Durov appare sempre più complicata, con nuove accuse che emergono e pressioni internazionali che aumentano. Mentre le autorità francesi continuano a indagare sulle attività criminali legate a Telegram, il destino dell’imprenditore rimane incerto. Le accuse di violenze sul figlio aggiungono un ulteriore strato di complessità al caso, rendendo difficile prevedere quale sarà l’esito finale delle indagini.
Se da un lato Durov continua a respingere tutte le accuse, sostenendo di essere vittima di una campagna politica contro di lui, dall’altro è evidente che la sua posizione è diventata estremamente delicata. La combinazione di pressioni legali, politiche e personali potrebbe portare a conseguenze significative non solo per Durov, ma anche per il futuro di Telegram.