AstraZeneca ha dovuto ammetterlo: il vaccino messo in commercio e utilizzato durante la pandemia da Covid non era del tutto sicuro.
Quando la Pandemia scoppiò in tutta la sua disastrosa gravità, fu subito chiaro che c’era bisogno di sviluppare il più velocemente possibile un vaccino efficace. Dal momento che i sintomi del Covid risultavano difficilissimi, se non impossibili da trattare una volta che la malattia aveva raggiunto il suo stato più grave, l’unica cosa possibile da fare era evitare che i pazienti si ammalassero.
Proprio allo scopo di sviluppare un nuovo vaccino il più velocemente possibile moltissime aziende investirono tutto nella ricerca di una formula efficace e la strategia funzionò. A circa un anno dall’inizio della Pandemia, varie aziende farmaceutiche misero a disposizione vaccini considerati efficaci e ragionevolmente sicuri, come AstraZeneca, Pfizer e Moderna.
Come ricordiamo ancora benissimo, ci furono anche tantissime persone che si scagliarono contro i nuovi vaccini, convinti che fossero poco efficaci ma che soprattutto fossero estremamente pericolosi per la salute. Ovviamente le case farmaceutiche difesero fermamente la sicurezza dei loro prodotti ma, a pochissimi mesi dall’inizio della somministrazione dei vaccini, cominciò a diventare chiaro che il vaccino AstraZeneca era il meno sicuro tra quelli a disposizione dei cittadini di tutto il mondo.
AstraZeneca inchiodata dai dati: il vaccino era pericoloso
Nel corso della Pandemia i dati raccolti dai medici e dai sistemi sanitari di vari Paesi del mondo cominciarono a mettere sempre più spesso in relazione il vaccino AstraZeneca con il rischio dell’insorgere di trombosi potenzialmente mortali nei pazienti appena vaccinati.
Questa patologia consiste nel pericolo di fortissime emorragie interne o esterne causate dalla drastica diminuzione del numero di piastrine nel sangue del paziente a causa dell’aggressione degli anticorpi, che le scambiano erroneamente per particelle nocive. In pratica se comincia a sanguinare, l’organismo di un paziente affetto da trombocitopenia trombotica immunitaria non riesce a fermare l’emorragia.
Negli scorsi anni AstraZeneca non si era mai pronunciata sulla questione e non aveva mai ammesso alcuna correlazione tra i propri vaccini e la patologia in questione. Di recente però l’azienda ha dovuto ammettere in tribunale che in rari casi il suo vaccino poteva causare trombosi letali.
La più logica conseguenza della cosa è che nel prossimo futuro l’azienda venga travolta da centinaia di richieste di risarcimento anche milionarie da parte di famiglie che hanno perso i propri cari a causa di una trombosi fulminante dopo un vaccino AstraZeneca.