L’Intelligenza Artificiale diventa una minaccia per i dipendenti pubblici: ecco i dati e le proiezioni su chi sarà licenziato
L’Intelligenza Artificiale fa sempre più paura. Da quando OpenAI ha lanciato il suo chatbot ChatGPT e soprattutto da quando l’IA è entrata a far parte del nostro quotidiano, in tutti i settori produttivi i lavoratori hanno iniziato a temere per la propria posizione. L’IA porterà novità importanti, inevitabilmente.
Cambierà il modo di lavorare, le professioni evolveranno, e tanti lavoratori saranno sostituiti dalle macchine intelligenti: ma attenzione, non è detto che tutto questo abbia solo risvolti negativi. L’automatizzazione dei lavori ha portato anche diversi benefici nel tempo, soprattutto per quanto riguarda le mansioni alienanti in fabbrica.
I nuovi studi dimostrano che per la maggior parte delle persone l’IA porterà anche molti benefici, la società vedrà la nascita di lavori meno stancanti, riuscendo a gestire con maggiore facilità una serie di mansioni che attualmente richiedono tanta fatica e tante ore di lavoro.
In pericolo 200mila posti di lavoro: tutta colpa dell’IA, le proiezioni dei dati sul futuro
A preoccupare invece sono i nuovi studi in merito ai dipendenti pubblici: guardando le statistiche, l’Intelligenza Artificiale potrebbe portare molti disagi, ma d’altra parte va anche ricordato che entro il 2030 ci sarà un numero importante di italiani che andrà in pensione facendo strada ai più giovani. Secondo lo studio dal titolo “L’impatto dell’Intelligenza Artificiale sul pubblico impiego”, presentato il 21 maggio scorso a Roma da Fpa, società del gruppo Digital360, in apertura del Forum PA 2024, ci saranno circa 200mila posti in meno per colpa dell’AI.
Sempre secondo lo studio, l’80% dei lavoratori potrebbe ottenere importanti miglioramenti grazie alla tecnologia. Più o meno 1,5 milioni di lavoratori con ruoli di leadership e gestione potrebbero svolgere il lavoro a stretto contatto con l’Intelligenza Artificiale, migliorando le proprie mansioni. Purtroppo l’altro lato della medaglia mostra invece un 12% a rischio sostituzione: circa 218mila dipendenti pubblici con mansioni meno specializzate.
Il problema principale è dato dal fatto che molti dipendenti pubblici non hanno una mansione molto tecnica e specifica: nella maggior parte dei casi si parla di mansioni basate su compiti ripetitivi e prevedibili, quindi potenzialmente sostituibili dall’IA che sarebbe in grado di velocizzare anche l’ottenimento dei risultati.
Insomma, dopo la digitalizzazione avanzata arrivata per forza di cose nel periodo pandemico dovuto al Covid, i dipendenti pubblici potrebbero ricevere ancora un’altra batosta. Per salvare migliaia di posti di lavoro sarà necessario trovare soluzioni alternative.