Secondo la Fondazione Umberto Veronesi, ogni anno in Italia l’inquinamento atmosferico causa circa 30 mila decessi (800 mila in Europa), considerando solo gli effetti del particolato fine (PM 2.5), corrispondente al 7% di tutti i decessi. Diversi studi inoltre hanno dimostrato che ci sono effetti significativi sull’incremento della mortalità e sull’incidenza di infarti del miocardio, di ictus, di tumori polmonari e di altri organi, delle malattie respiratorie (il 60% dei casi nei bambini è attribuibile all’inquinamento), così come su disturbi neurologici e metabolici.
Come proteggersi dagli effetti nocivi dello smog? Ecco alcune indicazioni da seguire, basate sulle linee guida del Ministero della Salute.
In primo luogo è necessario tenersi informati sui livelli di inquinamento della propria città, specialmente per PM10 e Ozono, consultando i siti delle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA).
In questo modo sapremo quando i valori devono preoccuparci e come intervenire: durante i periodi di elevato inquinamento (soprattutto per PM e Ozono), è consigliabile tenere le finestre chiuse. Altra cosa da tenere presente in casa è di assicurarsi di mantenere pulito il filtro del condizionatore. E’ bene anche ridurre l’esposizione in casa a polveri, fumo di sigaretta, candele, incensi, ecc., che possono aggravare i sintomi respiratori, soprattutto nei giorni in cui la qualità dell’aria è scarsa.
Se ci si sposta in bicicletta, l’uso di mascherine Ffp2 può essere d’aiuto. In auto, se disponibile, utilizzare il climatizzatore dotato di filtro antiparticolato (da pulire almeno una volta all’anno) per ridurre l’esposizione agli inquinanti derivanti dal traffico.
Durante i periodi di picco di inquinamento, è importante anche tenere a portata di mano i farmaci necessari per prevenire un aggravamento dell’asma o della Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
E’ consigliabile limitare il tempo trascorso all’aperto da neonati e bambini piccoli, scegliendo inoltre luoghi lontani dalle zone ad alto traffico per giocare ed evitando le ore di punta. Stesso consiglio per gli anziani: limitare il tempo all’esterno e preferire luoghi di residenza o ricreativi lontani dalle strade ad alto traffico.
Anche le donne in gravidanza dovrebbero ridurre il più possibile il tempo trascorso all’aperto, specialmente se sono a rischio di patologie ostetriche come la preeclampsia e l’ipertensione, soprattutto durante il primo trimestre e le ultime settimane di gestazione.
Le persone con patologie cardiovascolari devono monitorare regolarmente la pressione arteriosa ed evitare di uscire durante i periodi di picco di inquinamento, in particolare quando si registrano alti livelli di PM e ozono. È importante anche seguire attentamente le terapie prescritte dal medico curante per prevenire complicazioni. Per quanto riguarda le persone con patologie respiratorie, quando la qualità dell’aria è scarsa è bene che evitino sforzi fisici prolungati all’aperto. Monitorare poi attentamente eventuali sintomi come tosse, difficoltà respiratorie, irritazione degli occhi e della pelle. Anche in questo caso è fondamentale seguire diligentemente le terapie prescritte per evitare complicazioni.
Anche chi lavora all’aperto dovrebbe evitare sforzi fisici intensi all’aperto, soprattutto in caso di patologie respiratorie, allergiche o cardiovascolari. È importante utilizzare dispositivi di protezione individuale per ridurre l’esposizione agli inquinanti dell’aria, soprattutto per le categorie professionali più esposte sia in ambienti all’aperto che al chiuso (come vigili urbani, lavoratori dell’industria dell’alluminio, delle cokerie, degli asfaltatori, delle fonderie di acciaio e dei costruttori di tetti).
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