Il critico e Direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, Alberto Barbera, ha detto: “Adriano Aprà è stato una delle figure di riferimento della Nuova Critica Cinematografica italiana che ha contribuito in prima persona a innovare, aprendola alle coeve esperienze che stavano profondamente modificando il modo di interpretare il cinema e di realizzare i film in tutto il mondo”
È morto all’età di 83 anni Adriano Aprà, critico cinematografico, attore, regista, docente di cinema ed ex direttore dei festival di Salsomaggiore e Pesaro, nonché della Cineteca Nazionale. Aprà ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama culturale italiano e internazionale. Ha diretto diversi documentari e cortometraggi, trattando tematiche legate alla storia del cinema e i suoi lavori sono stati ammirati per la loro sensibilità artistica e rilevanza culturale. I funerali si terranno mercoledì 17 aprile alle ore 15 presso la chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo, mentre giorno 24 aprile alle ore 10.30 è previsto un omaggio alla Casa del Cinema.
“Con la morte di Adriano Aprà la pura razza dei grandi critici rischia di estinguersi”
Adriano Aprà è nato a Roma il 18 novembre 1940 e sin dagli esordi si è distinto per la sua profonda conoscenza del cinema e l’acuta visione critica. La carriera di Aprà non si è limitata al solo ruolo di critico, ma si è estesa anche a quello di regista e storico del cinema. Adriano Aprà sarà ricordato per il suo contributo al mondo della critica cinematografica che continuerà a ispirare e a influenzare le future generazioni di appassionati di cinema in tutto il mondo.
Il regista Marco Bellocchio lo ricorda così: “Con la morte di Adriano Aprà la pura razza dei grandi critici rischia di estinguersi. Era uno che criticava usando l’immaginazione, qualità rara nella categoria, e ha mantenuto fino all’ultimo la passione, sentimento ancora più raro“. Il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni ha detto di lui: “Direttore di festival e organizzatore di rassegne, ma anche regista, attore, saggista, docente universitario nonché per quattro anni alla guida di un’istituzione del settore qual è la Cineteca Nazionale di Roma. Un uomo di cinema colto e appassionato, che ha dedicato la vita al suo amore per il grande schermo. Addio ad Adriano Aprà”. Le sue recensioni e i suoi saggi sono diventati punti di riferimento per studiosi e appassionati. Aprà ha anche insegnato presso prestigiose istituzioni universitarie e ha tenuto conferenze in tutto il mondo.
Il ricordo di Adriano Aprà
Come critico cinematografico, Aprà ha scritto per importanti riviste italiane come “Cinema Nuovo” e “Filmcritica”. Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi per il suo contributo al mondo del cinema. La biennale di Venezia lo ricorda così: “Il Presidente, il Direttore generale, il Direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e La Biennale di Venezia tutta ricordano con stima e affetto il grande critico e storico del cinema Adriano Aprà. Componente della commissione di esperti della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica dal 1988 al 1991, ha curato per la Mostra diretta da Carlo Lizzani memorabili retrospettive quali Il cinema di Kenji Mizoguchi nel 1980, e Il cinema di Howard Hawks, 1926 – 1940 nel 1981, insieme a Patrizia Pistagnesi. Nel 1982 ha curato l’imprescindibile volume storico Cinquant’anni di cinema a Venezia, insieme a Patrizia Pistagnesi e Giuseppe Ghigi“.
Il critico e Direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, Alberto Barbera, ha detto: “Adriano Aprà è stato una delle figure di riferimento della Nuova Critica Cinematografica italiana che ha contribuito in prima persona a innovare, aprendola alle coeve esperienze che stavano profondamente modificando il modo di interpretare il cinema e di realizzare i film in tutto il mondo”.
“Per un’intera generazione di spettatori, alla quale anch’io appartengo, è stato un maestro e un interlocutore privilegiato, grazie alla rivista ‘Cinema & Film’ (che aveva contribuito a fondare), alla direzione del Filmstudio di Roma e dei festival di Salsomaggiore e Pesaro, alle numerose pubblicazioni, al prezioso lavoro sulla memoria del cinema e all’impostazione rigorosa dei lavori di restauro. Mi piace infine ricordare che ha realizzato due retrospettive straordinarie nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia – Howard Hawks, Kenji Mizoguchi, con i relativi cataloghi – che ancora oggi rappresentano un modello di completezza e accuratezza critica.Un grande intellettuale che ha fatto della passione per il cinema la missione di una vita e di cui avvertiremo enormemente la mancanza”, ha continuato.